Il Diario di A.Q.Sapuel

” Diario è vomitare ciò che si ha dentro per vederne il colore; ma ciò che è uscito dalla nostra bocca non potrà mai tornarne dentro… “

 

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“Avevano stridule voci metalliche
e occhi a mandorla
molto distaccati fra di loro
di un tenue colore azzurro.
Il colore rosso acceso dei lisci capelli
contrastava molto con il cupo
aspetto corvino.”

Prefazione di Carlo Cianci

Quando un racconto riesce, con assoluto disincanto, ad allestire i contorni di un mistero agghiacciante e a spogliare delle vesti più intricate il nostro subconscio, allora coglie nel segno.

Pasquale Martello ambienta il suo racconto all’interno del Castello Moserenen, imponente dimora del conte A.Q. Sapuel e dei suoi servitori, un esercito di decine di strampalati e curiosi personaggi, gli Spunkies.

L’affresco che emerge dal diario del protagonista analizza le vomitevoli mutazioni del dna umano, simili a quelle del Castello Moserenen, irriconoscibile dall’esterno dopo aver assorbito le forze sprigionate da una parete, dalla quale, da un impercettibile foro, fuorisesce un nauseabondo fluido glutinoso.

Misteriose presenze, visioni infernali si impadroniscono del castello facendo cadere A.Q. Sapuel in una spirale di follia, a cui in nessun modo riuscirà a opporsi. Martello sottopone il protagonista a una sorta di corsa ad ostacoli ed a un perenne confronto con se stesso e le proprie paure più irrazionali; A.Q. Sapuel inizia la sua personale ricerca disseppellendo verità da troppo tempo nascoste e, man mano che ciò avviene, i misteriosi Spunkies abbandonano il castello maledetto e lasciano il protagonista alla mercè di una sconvolgente rivelazione.

Un mondo inquietante, celato in un’altra dimensione, è il luogo che A.Q. Sapuel deve attraversare nel suo viaggio terribile alla ricerca di sconcertanti misteri della propria esistenza e di qualcosa che si impadronirà di lui e gli devasterà la vita, dipingendo su una tela immaginaria la realtà di una morte senza futuro e il terrore di essere nulla per l’eternità.

Per difendersi da questa orribile minaccia, il protagonista dovrà spingersi negli angoli più remoti e raccapriccianti del castello, insinuando nel lettore il sospetto, anzi la certezza che a volte la salvezza è peggio della morte,perché non è il buio che spaventa, bensì la luce…

I segreti che solo il nostro animo più profondo può percepire, impronunciabili e da rivelare in una stanza buia e oscura al proprio fedele diario, altro non sono se non istantanee di quanto non va. Dentro questo mondo. E quindi dentro ognuno di noi, perchè quel liquido glutinoso fa parte della nostra vita e ognuno di noi prima o poi, volente o nolente, lo vedrà fuoriuscire…

Quale agghiacciante verità si nasconde al di là di una parete incastonata tra le rovine del tempo e cosa potrebbe vedere ognuno di noi con lo sguardo fisso verso un punto indefinito?

Imperdibile gioiello, idealmente cullato dal primo all’ultimo respiro dal sottofondo musicale dei Tangerine Dream, il racconto lascia intravedere le tematiche di quella irripetibile opera che Martello regalerà negli anni seguenti dal titolo
I sogni onirici di Chezio”.

 

 

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